Denuncia del Senato sul servizio psichiatrico

Pubblicato da Redazione il
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La denuncia della Commissione d'inchiesta del Senato sul servizio sanitario: lager, molti potrebbero anche uscire ma mancano le cure

ROMA - Decine, centinaia di esseri umani ridotti a sopravvivere per anni in strutture più simili a un lager che a un nosocomio, per quanto giudiziario. Ospedali solo nel nome, visto che chi ha visitato quegli ambienti e incontrato i "fantasmi" che li popolano ne parla come «l'inferno dei dimenticati».

Luoghi dove le lenzuola non vengono sostituite per settimane, ovunque lezzo di urina e sporcizia, letti arrugginiti, giacigli di costrizione con un foro nel mezzo per la caduta degli escrementi degli internati che ci vengono legati sopra per giorni. Stanze da quattro posti dove vivono in nove, bagni da terzo mondo, dove nel buco "alla turca" si infilano bottiglie d'acqua per evitare la risalita dei ratti dalle fogne. Nessuna terapia.

Benvenuti negli ospedali psichiatrici giudiziari italiani, dove da anni dei poveracci sono rinchiusi in un orrore indescrivibile. Non solo: molti hanno commesso reati minori - i cosiddetti "bagatellari" con pene inferiori a 2 anni - ma non sono più usciti a causa del loro stato mentale, mai veramente curato, che ha causato infinite proroghe delle misure cautelari. Come quel matto che nel 1992 si è infilato una mano in tasca fingendo di avere una pistola e ha fatto una rapina da 7 mila lire in un'edicola, e ancora sta dentro, dopo 20 anni. O quell'altro, pazzo certo, ma più che altro malato, incapace, che 25 anni fa si è vestito da donna ed è andato davanti a una scuola. Non è più uscito, anche lui ancora internato.

Gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) sono nati a metà degli anni Settanta in sostituzione dei precedenti manicomi criminali, strutture giudiziarie dipendenti dal Ministero della Giustizia. Sono rimasti esclusi dalla legge Basaglia del 1978 che ha riformato i manicomi e la loro organizzazione è di fatto ferma al codice Rocco del 1930. In Italia ce ne sono sei (a Barcellona Pozzo di Gotto, Reggio Emilia, Aversa, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere e Napoli-Secondigliano). Dentro ci vivono recluse 1.535 persone, molte hanno commesso crimini efferati, ma più di 300 sarebbero dimissibili, potrebbero cioè uscire da dietro le sbarre per essere curati dalle Asl sul territorio, come qualunque persona con malattie mentali. Il problema è che le aziende sanitarie regionali non offrono e spesso non vogliono offrire percorsi alternativi e il giudice di sorveglianza è costretto a firmare proroghe su proroghe.

A denunciare la situazione è la Commissione d'inchiesta del Senato sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, che a fine 2010 ha iniziato un monitoraggio negli Opg per verificare lo stato delle strutture e l'avanzamento delle dimissioni degli internati che hanno già scontato la loro pena. Visite a sorpresa, all'alba o di domenica, che hanno svelato «una situazione inaccettabile, quella che alcuni magistrati hanno definito un "ergastolo bianco"», ha detto oggi il senatore del Pd e presidente della Commissione Ignazio Marino, illustrando il dossier sugli Opg. Sono partite anche esposti alle Procure, ma ora per Michele Saccomanno (senatore Pdl, membro della Commissione) «serve una presa di coscienza popolare contro questo schifo, una cosa che ci fa vergognare di celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia: da quando abbiamo fatto le visite delle persone sono morte, non c'è più tempo. Ognuno di loro ricade sulla nostra coscienza».

Per questo la Commissione ha prodotto anche un documentario, che domenica prossima andrà in onda a "Presa Diretta" su Rai Tre. Nel 2008 nell'ospedale di Aversa arrivò anche una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura della Commissione europea. Descrisse la situazione come "inimmaginabile", ipotizzando anche una denuncia proprio per tortura. «Bisogna far capire al Paese che ci sono situazioni inumane che vanno separate - continua Daniele Bosone, senatore Pd in Commissione - e già la prossima settimana proporremo diverse soluzioni, che vanno dal costringere le Asl a farsi carico dei pazienti che possono uscire dagli Opg ad adeguare quelle strutture agli standard di normali ospedali, nei quali i reclusi vengano quantomeno seguiti da psichiatri». Per le Asl sarebbe un problema di risorse, «ma la Commissione ha ottenuto 10 milioni di euro dai ministeri della Salute e della Giustizia per agevolare l'assistenza sul territorio di queste persone: ora non ci sono più scuse», precisa Marino. E non serve nemmeno fare una nuova legge, «basta applicare bene quella Basaglia, estendendola agli Opg. L'importante - conclude Saccomanno - è mettere presto fine a questo scandalo».

Fonte: forum salute mentale

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