Giù le mani dalla banca centrale

Pubblicato da Redazione il
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La banca centrale va tolta dalle mani delle banche e delle oligarchie private e ricondotta in ambito costituzionale, cioè pubblico.

Il termine del 28 Dicembre 2008 per riportare la Banca d'Italia nella legalità e restituirne nuovamente la proprietà al Popolo Italiano è scaduto:

pubblicazione nella gazzetta ufficiale della legge n.262 atta a ri-trasferire, entro il 2008, le quote di partecipazione a Bankitalia attualmente in mano a imprese private, allo Stato e agli enti pubblici.

Art 19, comma 10: «10. Con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l'assetto proprietario della Banca d'Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici.» (Fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/05262l.htm

Qualche telegiornale ne ha parlato, qualche giornalista ne ha parlato, qualche politico ne ha parlato, qualche italiano ne ha parlato?

Il silenzio è assordante, diceva il finale di una delle ultime canzoni di De Andrè.

Intanto, comunque, abbiamo assistito a una strana diatriba e uno strano scontro fra il ministro Giulio Tremonti e il beneamato goldman sachs man e governatore della Banca d'Italia (sic!) Mario Draghi:

Il 24 dicembre, il quotidiano Il Riformista ha scritto che "ai livelli più autorevoli dell'esecutivo" c'è chi "ha suggerito a Berlusconi di prepararsi a un nuovo cambio in corsa all'Economia, come nel 2004", quando Tremonti pagò con le dimissioni lo scontro con la Banca d'Italia. Le indiscrezioni del Riformista sono state pubblicate all'indomani di una accesa riunione della "cabina di regia" del Popolo della Libertà, in cui Tremonti sarebbe stato messo sotto attacco da Renato Brunetta e Claudio Scajola.

All'origine delle pressioni su Berlusconi c'è la rabbia della fazione del Britannia, capeggiata dal governatore di Bankitalia e capo del Financial Stability Forum, Mario Draghi, e rappresentata da squallidi individui come Francesco Giavazzi, che il 23 dicembre ha chiesto dalle colonne del Corriere della Sera che Berlusconi prenda una decisione su Tremonti.

Per chi non sapesse a cosa ci si riferisce con fazione del Britannia si consiglia una rapida ricerca in internet inserendo in un qualsiasi motore di ricerca questa famigerata parola (è usata spesso dai complottisti, attenzione!).

La fazione del Britannia vede in Tremonti, assieme al Presidente francese Sarkozy e a LaRouche, un punto di riferimento delle forze internazionali che stanno sfidando il potere dell'oligarchia finanziaria filo-britannica e propongono un nuovo sistema economico rooseveltiano. L'ultimo atto di questo scontro si è consumato nella settimana precedente al Natale, quando LaRouche ha tuonato, a Strasburgo, contro la "folle" politica delle banche centrali, che vogliono salvare il sistema a tutti i costi. Due giorni dopo Tremonti, a Parigi, ha chiamato "demenziale" il prestare ascolto a chi, come Draghi e il FSF, "non hanno capito niente della crisi".

"Se Berlusconi si piega alle pressioni e sostituisce Tremonti, il suo governo è spacciato", ha commentato LaRouche lapidario.

Fra l'altro sul Britannia a quella riunione era presente anche Tremonti; ha successivamente cambiato idea sulle decisioni che si sono prese in quella sede a seguito di una illuminazione sulla via di Damasco o era forse un'insider?

Ma allora, dico io, doveva attendere 16 anni prima di fare casino con Mario Draghi?

Intanto sta svanendo un'opportunità storica ed è già scaduto il limite di tempo dato dalla succitata legge, per cui cari italiani rimarremo ancora parecchio tempo con una Banca d'Italia privata e fuorilegge e con dei politici assenti dalla realtà.

Cosa si sta giocando realmente dietro le quinte? A noi poveri italiani non è dato sapere.

Ma di nuovo 'il silenzio è assordante'.

Ascanio Montisci

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