La psichiatria cerca di normalizzare l'LSD

Pubblicato da Redazione il
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La psichiatria è allo sbando etico, ideologico e morale. Come già più volte annunciato e denunciato proprio su questo sito (inserire MAPS nel form di ricerca), il sogno psichiatrico di drogare... opss, pardon, "curare" ogni individuo sulla faccia della terra di tanto in tanto fa capolino nella speranza di venire attuato. Leggiamo su Repubblica del 20 agosto 2010:

«Dove fallisce il Prozac potrebbe arrivare l´Lsd. Dalla Svizzera – paese dove l'acido lisergico nacque nel 1943 – lo psichiatra Franz Vollenweider propone oggi l'uso di Lsd, chetamine e psilocibina (il principio attivo dei "funghi magici") come antidoti contro depressione, ansia, dipendenze, comportamenti ossessivo-compulsivi, dolore cronico e come cura palliativa per i malati di tumore. 
Le sostanze psichedeliche possono riequilibrare i circuiti del cervello coinvolti nei disturbi dell'umore e ridurre i sintomi di queste gravi malattie» scrive Vollenweider, dell'ospedale psichiatrico di Zurigo, in uno studio denso di dettagli farmacologi su Nature Reviews Neuroscience».

Siamo all’assurdo, sembra allucinante (appunto).

La  ricerca psichiatrica sull’uso di sostanze psicotrope devastanti per la mente umana è arrivata al capolinea a causa di una serrante opposizione del pubblico e conseguenti cause legali in tutto il mondo.

Molti laboratori di Big Pharma hanno chiuso i battenti.

Che si inventa quindi sta gentaglia per fare quattrini e rimbambire ancora di più la popolazione?

«Vollenweider in realtà non propone nulla di nuovo. L'Lsd e i suoi fratelli furono subito guardati con interesse dalla psichiatria. Nel 1965 esistevano già mille studi scientifici sulla sua efficacia contro ansia e depressione e il farmaco era stato sperimentato su 40mila volontari. La sua capacità di alterare la coscienza rappresentava una miniera per svelare i misteri delle psicosi, schizofrenia in primis. Eppure erano passati solo poco più di vent'anni da quando il chimico svizzero Albert Hofmann sintetizzò l'acido lisergico partendo da alcuni funghi che infestavano la segale e lo testò su se stesso. Quel giorno, in cui per la prima volta "gli parlò", l'Lsd divenne per Hofmann "il mio bambino difficile".»

Secondo alcuni interventi al convegno sulla droga tenutosi un mese fa a San Francisco, entro cinque anni la tanto temuta ecstasy, diffusissima pasticca da sballo, potrebbe essere usata addirittura come farmaco. E, secondo certi scienziati inglesi, potrebbe curare perfino il morbo di Parkinson.

Da sempre le sostanze allucinogene hanno avuto un ruolo di primo piano in riti religiosi e di iniziazione sciamanica. Che la scienza ufficiale, invece, sia disposta a investire in questo settore è una tappa solo degli ultimi anni. Tanto che, non solo associazioni e riviste di nicchia si occupano del caso, ma si fanno convegni e i media internazionali come la BBC, Wired, il New York Times gli danno sempre più spazio.

E chi sono i proprietari di questi media?

Proprio il giornale di New York ha rilanciato il dibattito con un’inchiesta sullo stato dell’arte. Gli Stati Uniti sono all’avanguardia. È stato un ricercatore americano, David E. Nichols, ad aver "sdoganato" l'Lsd. Una delle funzioni dell’acido è innanzitutto alleviare il dolore e la paura nei malati terminali.

Ma anche altre droghe, dice Nichols, hanno una funzione psicoterapeutica: il peyote (derivato del cactus messicano) e l’Ayahuasca (un’altra droga di origine sciamanica, ma brasiliana) possono aiutare gli alcolisti a non bere. Oppure lo psilocibino, un allucinogeno derivato da un fungo, può interrompere certi comportamenti compulsivi come lavarsi le mani decine di volte al giorno.

Ma Nichols è comunque una voce di parte, per quanto autorevole. Fu lui a identificare la molecola della mescalina, la sostanza allucinogena del peyote. Il suo istituto, l’Heffter Research Institute, è stato messo in piedi grazie al contributo di miliardari come Lurence Rockefeller.

Però il ricercatore non è l'unico a occuparsi di questi studi: piatto ricco mi ci ficco.

Ad Harvard, Harrison Pope, professore di psichiatria, sta studiando gli effetti benefici dell’LSD sull’ansia dei malati terminali (provi con l’eroina, secondo me funziona meglio).

John H. Halpern, psichiatra al McLeans Hospital di Boston, sta studiando i membri della Native American Church, che usano da sempre il peyote nei loro riti religiosi, e mette a confronto il loro stato di salute con quello degli alcolisti (senza parole).

Anche in Russia, a San Pietroburgo, lo psichiatra Evgeny Krupitsky sta utilizzando la ketamina (la nuova droga da sballo cantata dai Placebo a Sanremo, la Special K), un anestetico con forti proprietà allucinogene, somministrandola ad alcolisti e tossicodipendenti (io quindi proporrei di usare il curaro o l'arsenico per risolvere in modo ancora più definitivo il problema dei tossicodipendenti. Li faremmo fuori anche fisicamente, non solo mentalmente; ma si sa, dei piccoli 'danni collaterali' si possono pur pagare per debellare la tossicodipendenza).

Se le controindicazioni scientifiche sono allo studio, quelle penali sono praticamente risolte anche negli Stati Uniti.

La Food and Drug Administration ha detto che se il metodo di studio segue questi canoni scientifici e la motivazione è terapeutica, crollerebbe la classificazione degli allucinogeni come sostanze stupefacenti.

Preparatevi quindi, fra poco tutti sballati di trip! Orwell, con il suo 1984, gli fa un baffo a questi qui.

Sembra sia in atto un’operazione planetaria su larga scala, volta a cosa?

Molti dei ragazzi degli anni Settanta ora sono dirigenti di case farmaceutiche e docenti universitari.

Big Pharma e la psichiatria ci sguazzano, queste menti malate vorrebbero bacare quanti più individui possono, riempiendosi le tasche ovviamente, e se non lo impediamo in qualche modo questi ci riescono pure.

Ascanio

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