La scienza inventa balle

Pubblicato da Redazione il
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Da: Il Resto del Carlino

Nobel per la Chimica nel '93 per la scoperta della PRC (la reazione a catena della polimerasi), Kary Mullis, 59 anni, vive in California dove può coltivare la grande passione del surf.

Poche scoperte hanno rivoluzionato in maniera così drastica e repentina la biologia molecolare come la PCR, metodo sorprendentemente semplice di fare copie illimitate di DNA, con ricadute decisive in campi diversissimi, dai laboratori di ricerca, ai centri diagnostici degli ospedali, alle aule dei tribunali. Le sue idee circa la ricerca sull'Aids, «uno dei peggiori kolossal nella storia della medicina moderna», sono note e lo hanno portato in aperto contrasto con Luc Montagnier e Robert Gallo, che chiama confidenzialmente "Bob". Kary Mullis è stato recentemente a Bologna con la moglie Nancy, su invito di Nutrinforma, il network di studiosi internazionali che analizza i rapporti tra nutrizione e salute, nel cui comitato scientifico, presieduto da Massimo Cocchi, figurano anche l'ex ministro per le politiche agricole Paolo Di Castro, il biologo molecolare americano Terrance Leighton e lo stesso premio Nobel.

La scienza inventa balle

13 aprile 2003, di Lorenzo Sani

L'hanno ribattezzata Sars ed è l'ultimo allarme mondiale sul fronte della salute pubblica.

«Si sa molto poco e non mi pare ci sia ancora un metodo sicuro per contrastarla. Al CDC (il Centro statunitense per il controllo delle malattie) sostengono che possa trattarsi di un coronavirus, ma il problema non è stato risolto. Ha soltanto un nome. Non c'è certezza di come si trasmetta. Di sicuro, però, le mascherine che indossa la gente, come mostrano i servizi televisivi, non servono a nulla. Il mondo, questo in particolare, è un gran bel posto per i virus».

Ma lei che idea si è fatto?

«Credo che allarmi di questo tipo saranno sempre più frequenti, anche per il nostro stile di vita, per la facilità con la quale ci spostiamo da un continente all'altro, a differenza del passato. Prima, ogni sette anni veniva fuori un tipo di influenza molto forte, se non micidiale: ora si accavallano in tempi sempre più stretti. Sono scettico sull'effetto delle vaccinazioni, anche perché se c'è un nuovo ceppo di influenza ogni sei mesi vaccinarsi serve a poco. Io sto lavorando molto attivamente per studiare una forma di difesa chimica, in grado di proteggere il sistema immunitario».

Nel suo «Ballando nudi nel campo della mente» (Baldini e Castoldi Editore) sostiene che gli scienziati potrebbero divertirci inventando belle cose, senza bisogno di giustificare la loro stessa esistenza facendoci morire di paura. Lo crede ancora?

«Ci sono scienziati che hanno capito come funziona la macchina: hanno imparato che possono fare bella figura, dare risalto alla loro immagine, acquisire un credito e soprattutto fare molti soldi lanciandosi in previsioni catastrofiche ed estreme».

Etica e tecnologia non corrono di pari passo?

«L'apporto delle tecnologie ha avuto certamente un effetto molto importante, ma non così immenso come vorrebbero farci credere. I climatologi si dilettano con computer sempre più sofisticati che però hanno un grosso limite: riescono ad analizzare i cambiamenti soltanto su periodi molto brevi, perché non possono fare un raffronto serio, attendibile e scientifico su quello che accadeva 200 anni fa. Così vengono inventate panzane alimentate da un fiume di dollari per la ricerca, come il surriscaldamento del pianeta, il buco dell'ozono e la tecnologia viene utilizzata per tratteggiare apocalittici scenari fra mille anni. Con quei soldi sarebbe meglio costruire delle chiese».

C'è chi sostiene che addirittura si "inventino" patologie e il dibattito apertosi sulla Adhd, il deficit di attenzione dei bambini, è emblematico...

«Diciamo che c'è un forte sospetto. Proclamando l'esistenza della sindrome si olia la macchina della scienza con finanziamenti ed onori. Sappiamo che nell'infanzia e nell'adolescenza i maschi sono più attivi delle femmine, ma quando leggo che il 10% dei nostri figli soffre della sindrome Adhd e deve essere curato per effetto paradosso con le anfetamine, sulla base di un test psicologico, sono sincero, mi preoccupo molto. Mi sentirei più tranquillo, viaggiando in autostrada, se sapessi che prendono anfetamine i camionisti che devono rimanere concentrati per lunghi periodi e guidare anche di notte. Ma per loro sono vietate, per i bambini no. È sconcertante».

Le sue radicali posizioni su Aids e Hiv hanno acceso un dibattito nella comunità scientifica, o sono rimaste un sasso gettato nello stagno?

«Quello dell'Aids è uno dei peggiori kolossal nella storia della medicina moderna: non c'è alcuna prova scientifica che l'Hiv ne sia la causa, mentre in tanti hanno dimostrato l'esatto contrario. Ma non c'è alcuna possibilità di fare soldi sostenendo che l' Aids non esista, perché i finanziamenti per la ricerca vanno in un'unica direzione».

Siamo di fronte ad una grande truffa?

«La verità è che all'inizio degli anni Ottanta i CDC stavano finendo sempre più nell'ombra. Il rischio era di perdere i finanziamenti del Congresso. Ed è proprio tra l'82 e l'83 che hanno iniziato a guardarsi attorno, sperando nella comparsa di qualcosa di veramente tremendo. Non le solite paurose epidemie che riguardavano il Bangladesh di turno, ma gli Stati Uniti».

Di cosa è morta allora tanta gente?

«Io non ho la soluzione, dico solo che quella che hanno trovato non mi convince. Per fare emergere il problema ed elevarlo ad allarme mondiale sono state individuate piccole comunità, come quella gay, o i tossocodipendenti. L'Aids è una malattia americana cresciuta a suon di miliardi di dollari e non ha nulla a che vedere con l'Africa, che purtroppo convive da 500 anni con gli stessi problemi, malnutrizione e igiene. Se si impiegasse una parte dei fondi della ricerca per portare nel Continente Nero acqua potabile, cibo sano e zanzariere per proteggere i bambini, avremmo di sicuro meno casi. È assurdo allineare patologie figlie di questa difficile sopravvivenza con quelle delle comunità gay delle grandi città, da San Francisco a Los Angeles. Però fa audience e produce dollari. Nelle comunità gay vigeva uno stile di vita estremamente "socievole": non ne faccio una questione morale, ma in questi ambienti si frequentavano ogni notte persone che a loro volta frequentavano ogni notte molte altre persone, le quali a loro volta frequentavano tanta altra gente. Credo sia questa la ragione per cui gli omosessuali finirono col contrarre tutti i virus esistenti sul pianeta... Un virus non può chiedere di meglio».

In Europa suscitano grande timore e polemiche gli Ogm. Cosa ne pensa?

«Negli ultimi 9-10.000 anni l'uomo è riuscito a manipolare geneticamente tutto il cibo che ha a disposizione, ad eccezione dei funghi. Sugli Ogm c'è un dibattito più fideistico e religioso che scientifico: certo, chi li produce non dirà mai di non essere certo delle conseguenze sull'uomo, chi li osteggia, sostiene che sicuramente sono nocivi. La scienza dovrebbe trovare una risposta che non sempre è possibile. L'uomo ha iniziato a manipolare il mais 4000 anni fa e a trattare il grano con i raggi Uva quando ancora non era stato scoperto il Dna».