Malattia Mentale – Etichetta Strategica (prima parte)

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Tratto dai lavori del Simposio "Psichiatria Legale" tenutosi all'Università di Roma il 15 novembre 1980, organizzato dal CDDU (Comitato per la Difesa dei Diritti dell'Uomo), oggi ribattezzato CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani).

Malattia Mentale Etichetta Strategica

(prima parte)

INDICE

  COERCIZIONE COME CURA

Contro la psichiatria come controllo sociale [1]

di Thomas Szasz [2]

Spogliato da ornamenti semantici, l'affare della psichiatria è sempre stato, e continua ad essere, il controllo della pazzia o, più precisamente, il controllo dei pazzi. I primi alienisti [3], i padri fondatori della psichiatria, entrarono in esistenza per adempiere a questa missione [4]. Per poter meglio portarla avanti, ed elevare il loro stato sociale, gli alienisti espansero rapidamente il campo della loro impresa fino ad includere l'investigazione della natura, cause e cure della "insanità". Così sorse l'idea della psichiatria, e poi l'idea della psichiatria come scienza del comportamento. Ma la scienza del comportamento è la copertura per il controllo del comportamento.

Il carattere morale originale della psichiatria era definito dal tipo di problemi che ci si aspettava venissero affrontati dai primi alienisti, e tale carattere rimane insito nel tipo di problemi che tuttora ci si aspetta vengano risolti o dissolti dagli psichiatri [5]. In breve, il carattere di "dottore dei matti" ha preso forma del carattere della pazzia, che ora noi dobbiamo riprendere e definire nuovamente.

La natura fondamentale della pazzia (presumendo che questo termine sia usato non semplicemente come un epiteto di infamia) giace in certi modelli o repertori del comportamento umano, di cui le più importanti caratteristiche sono l'inganno e la coercizione. Questo non è il modo con cui la pazzia o malattia mentale viene solitamente descritta. Spiego ciò che voglio dire.

La caricatura di una persona famosa o familiare trasmette una espressione più vivida di quanto non faccia la sua fotografia. Contando su questo principio, farò, in ciò che segue, schizzi di caricature piuttosto che ritratti di pazzia e di dottori dei pazzi, un metodo che mi sembra ammissibile non solo perché conferisce forza retorica alla mia presentazione, ma anche per lo spazio limitato entro il quale deve essere condensata.

Come viene poi ingannato e coercizzato il malato mentale? La risposta ci viene ovviamente dai modi in cui tale persona è percepita per le sue caratteristiche. All'inizio è visto come una specie di impostore, cioè, come un individuo che fa affermazioni assurdamente false. Ad esempio, afferma di essere Gesù. In seguito è visto, letteralmente, come un uomo pazzo - cioè che commette violenze, contro se stesso e gli altri. Per esempio, uccide i membri della sua famiglia, o minaccia di suicidarsi.

La psichiatria sta alla malattia mentale come una chiave sta ad una serratura (o, girando le analogie, come la mitologia religiosa sta alla credulità umana). Qual è l'essenza della psichiatria da una tale prospettiva? La stessa della pazzia: inganno e coercizione. In che modo, ci si può chiedere, ingannano e coercizzano gli psichiatri? Le risposte sono tanto ovvie quanto imbarazzanti. Innanzitutto lo psichiatra fa false affermazioni. Per esempio, asserisce che la malattia mentale è come qualsiasi altra malattia. Ma ovviamente non è così: la malattia chiamata "speculazione patologica" è completamente diversa dalla malattia chiamata "cancro del colon". In secondo luogo lo psichiatra perpetra violenze in due modi: direttamente, privando la persona della propria libertà (chiamata "trattamento sanitario obbligatorio"), e facendo certe cose che i malati non vogliono (chiamate "trattamenti involontari"); e indirettamente, privando la società della protezione dai criminali (chiamata "difesa dell'insanità").

Effettivamente ciò che lo psichiatra fa, in larga misura è una risposta a ciò che il paziente fa. Il paziente comincia a disturbare socialmente imbrogliando e commettendo un atto violento; lo psichiatra risponde con altrettanto inganno e violenza. Il comportamento del paziente è generalmente visto come cattivo o patologico; quello dello psichiatra buono o terapeutico. Questo è il modo in cui la legge lo vede; ed è il modo in cui gli psichiatri che parlano per la psichiatria vedono la psichiatri [6]. Se non fosse stato così, non ci sarebbe stato bisogno di pretendere che la devianza fosse una malattia e che la coercizione fosse un trattamento.

Il contenuto della psichiatria, come il contenuto della psicosi, è naturalmente cambiato nel corso degli anni. La masturbazione, la ninfomania, l'omosessualità non sono più ormai malattie; invece ora abbiamo abusi sui bambini, sulle mogli e abusi di droghe. Le sedie di contenzione, il bromuro, la lobotomia non sono più ormai dei trattamenti; ora abbiamo la psicoterapia, psicofarmacologia, e la psicochirurgia. [7]

Allo stesso modo, il carattere di base della psichiatria, come quello della psicosi, è rimasto invariato: gli psichiatri continuano a richiedere il privilegio di poter imporre "diagnosi" e "trattamenti" su persone contro il loro volere, e aspettano di ricevere l'appoggio non qualificato della società, per l'"efficacia terapeutica", e quindi la legittimità di un tale potere psichiatrico.

Lasciatemi continuare questa indagine salendo il gradino logico successivo, che è domandare: come mai gli psichiatri, o, più ampiamente, gli scienziati comportamentisti, sono così ostili alla libertà e alla responsabilità? [8] Come il loro nome sottintende, ci si aspetta che i comportamentisti siano degli scienziati. Di regola, essi sono molto orgogliosi di essere degli scienziati. Perciò si può presumere che a loro è consentito condividere la dedizione dei loro colleghi verso la libertà scientifica. Visto che il soggetto dello scienziato comportamentista è il comportamento umano, cosa significa per lui la libertà scientifica? Che sarebbe in grado di osservare tale comportamento liberamente - senza ostacoli da parte di chiesa o stato (o da altri detentori di potere)? Che sarebbe in grado di rendere pubbliche le sue osservazioni al riguardo liberamente? Che sarebbe in grado di sperimentare e curare liberamente? Una risposta affermativa all'ultima domanda implica il garantire allo scienziato comportamentista il diritto di controllare le persone (almeno alcune), che d'altro canto implica pure che lo scienziato comportamentista assegni valore alla propria libertà, ma non a quella degli altri.

Effettivamente, gli scienziati comportamentisti sono sorprendentemente espliciti circa la loro ostilità alla libertà. Essi la manifestano nei termini più stravaganti. Come se, in assenza di precisi metodi delle scienze matematiche e la scoperta di tecnologie funzionali fondate sugli studi di chimica e fisica, si sentissero costretti a provare definitivamente la loro legittimità scientifica provando definitivamente, invece, la legittimità del loro potere. Per esempio, B. F. Skinner, forse lo scienziato comportamentista vivente meglio conosciuto ostenta il suo disprezzo per la libertà e dignità intitolando uno dei suoi libri "Al di là della libertà e della dignità "[9]. In un altro libro, nel quale fa un sommario del lavoro della sua vita, Skinner dichiara: «Una persona non è un agente che crea; egli è un locus, un punto al quale molte condizioni genetiche e ambientali si uniscono in un effetto unico». [10]

Per Skinner, quindi, l'individuo non è un agente morale, ma semplicemente un effetto. Skinner insiste che il credere diversamente equivale a respingere la scienza stessa: «L'analisi scientifica del comportamento credo, deve ammettere che il comportamento di una persona è controllato dalla sua storia genetica e ambientale piuttosto che dalla persona stessa quale agente che da' inizio e che crea. [11]

Gli scienziati che si occupano della natura possono provare che la terra non è piatta. Inoltre, essi possono dimostrare questo senza fare alcuna violenza sulla terra. Ma possono gli scienziati comportamentisti provare che gli esseri umani non sono agenti morali? Ovviamente, non possono. Ciò che fanno invece, è sostenere una società totalitaria così da controllare in modo sottile e pervadente il comportamento di coloro che vivono in essa, "di fatto" (e per definizione, come se lo fosse), da essere totalmente controllato (per millenni gli esperti del comportamento, chiamati "preti" o "teologi", si sono opposti alla libertà nel nome della religione. Ora tali esperti sono chiamati "psicologi" e "psichiatri" e si oppongono alla libertà nel nome della scienza).

La visione di Skinner su tale società si manifesta nella sua celebre storia di fantascienza "Walden II". [12]

Nel loro odio per la libertà, come quasi per qualsiasi altra cosa, gli psichiatri superano gli psicologi: essi non solo esaltano il determinismo psicologico, ma praticano anche una varietà di interventi per assicurare che il comportamento dei loro reparti sia determinato dalle coercizioni e controlli psichiatrici. Come Skinner e gli psicologi comportamentisti Karl Menninger, e gli psichiatri psicanalisti sono orgogliosi della loro ostilità alla libertà. Palesemente, Menninger ammette di non credere nella libertà umana non perché abbia qualche evidenza che mostri la sua non esistenza, ma perché, come scienziato e come Presbiteriano, egli sente il dovere limitante di aderire ad una tale fede: «Come scienziato, io non posso immaginare o ammettere uno stato di non ordinata organizzazione, una negazione della legge naturale. Come Presbiteriano, sono come Calvino... rimesso al credo dell'onnipotenza di Dio e ad un piano divino per l'universo». [13]

Molto prima che Orwell predicasse un Newspeak (N.d.T., linguaggio in cui le parole assumono un significato opposto al loro significato reale per conformarsi ad una ideologia. Termine coniato da Orwell, poeta inglese 1903-1950), nel quale la schiavitù era chiamata libertà, gli psichiatri chiamavano le detenzioni "rimedi". In una ufficiale "Presa di Posizione" stampata nel 1967, l'Associazione Psichiatrica Americana formulava nuovamente in modo chiaro questa classica asserzione psichiatrica, dichiarando che «Le detenzioni possono essere imposte (sul paziente), dal di dentro mediante i mezzi farmacologici o chiudendo a chiave la porta di un reparto. Anche l'imposizione può essere una legittima componente di un programma di cura». [14]

In Gran Bretagna, William Sargant, il celebre esperto del "lavaggio al cervello" è ugualmente esplicito circa il suo disprezzo per la libertà. «I politici, i preti e gli psichiatri,» afferma lui, «spesso si trovano di fronte lo stesso problema: come trovare i più rapidi e permanenti mezzi per cambiare le ideologie di un uomo.» [15] (Ad eccezione di Carl Jung, tutti gli eminenti psichiatri sono stati ostili alla libertà. Kraepelin e Bleuler diressero i manicomi e crearono un complesso vocabolario psichiatrico per giustificare le coercizioni psichiatriche. Freud diffamò famosi uomini e donne, morti e vivi, come insani e non ha mai messo in dubbio o contestato la legittimità del relegamento o "trattamento" dei cosiddetti psicotici, contro la loro volontà. Victor Frankl, famoso per il suo umanesimo esistenziale, ha lui stesso lobotomizzato pazienti senza il loro consenso). [16]

Dietro la facciata medica e terapeutica della psichiatria traspare la brutale realtà del controllo del comportamento. I problemi morali degli psichiatri sono così simili ai problemi morali dei legislatori, giudici o poliziotti.

Ognuno di essi è un agente di una istituzione sociale a cui è affidato il compito di esprimere e far rispettare il desiderio della comunità nel permettere o proibire certi tipi di comportamento. Come individui privati, tali persone possono essere contrarie ad alcune delle scelte di valore della loro agenzia. In alcune circostanze favorevoli, possono perfino essere in grado di esprimere la loro opposizione a certe direttive, pubblicamente - e agire di conseguenza. Nondimeno, dal momento in cui la reale sopravvivenza delle istituzioni di controllo sociale dipende dalla loro sottomissione al "volere popolare" (o allo stato), la psichiatria è destinata a rimanere l'istituzione repressiva che è sempre stata, o a perdere la sua identità e scomparire.

Note e Riferimenti:

 [1] ⬆︎ Brano di presentazione al Simposio su "Psichiatria Legale"

 [2] ⬆︎ Professore di psichiatria alla State University di New York, Upstate Medical Center, Syracuse, New York

 [3] ⬆︎ Termine che deriva da alieni, cioè coloro che mostravano segni di alienazione mentale o spirituale (N.d.R.).

 [4] ⬆︎ Vedi Szasz, T.S., The Manufacture of Madness (New York: Harper & Row, 1970), e The Age of Madness (Garden City, N. Y.: Doublrday Anchor, 1973).

 [5] ⬆︎ Vedi Szasz, T.S., Ideology and Insanity (Garden City, N. Y.: Doublrday Anchor, 1970).

 [6] ⬆︎ Vedi Szasz, T.S., Schizophrenia: The Sacred Symbol of Psychiatry (New York: Basic Books, 1976).

 [7] ⬆︎ Purtroppo sia il Presidente del Consiglio che il Consiglio dei Ministri, per mezzo dell'Avvocatura dello Stato, hanno ricorso contro la legge n. 134 del 13 novembre 2001 della Regione Marche, la quale legge aboliva la barbara pratica dell'elettroshock e della lobotomia. Il Governo Italiano, invece, è riuscito a far dichiarare incostituzionale detta legge: per loro, evidentemente, l'elettroshock e la lobotomia sono pratiche costituzionali! Sic!.

 [8] ⬆︎ Una lettura esplicativa in proposito è l'articolo di Tom Wolfe Il cervello senz'anima, in cui si afferma che non esiste più il libero arbitrio, e che nessuno è responsabile di nulla, poiché il nostro comportamento e le nostre azioni sono predeterminate, essendo già tutto scritto nel DNA.

 [9] ⬆︎ Skinner, B.F., Beyond Freedom and Dignity (New York, Knopf, 1971).

 [10] ⬆︎ Skinner, B.F., About Behaviourism (New York, Knopf, 1974), p. 168.

 [11] ⬆︎ Ibid. p. 189.

 [12] ⬆︎ Skinner, B.F., Walden II (1948), (New York, Macmillan, 1961).

 [13] ⬆︎ Menninger, K., Freedom, Bullettin of the Menninger Clinic, 19: 240-243 (Novembre 1955) p. 240.

 [14] ⬆︎ Council of the American Psychiatric Association, Position statement on the question of adequacy of treatment, American Journal of Psychiatry, 123: 1459 (Maggio 1967).

 [15] ⬆︎ Sargant, W., Battle for the Mind: A Physiology of Conversation and Brainwashing, (New York, Harper & Row, 1971), p. 37.

 [16] ⬆︎ Vedi Szasz, T.S., The Myth of Psychotherapy (Garden City, N. Y.: Doublrday Anchor, 1978).


  Intervento del prof. Thomas Szasz

[...] voglio ringraziare e quindi rendere particolarmente nota l'attività svolta dal CDDU (Comitato per la Difesa dei Diritti dell'Uomo) in molti paesi e sottolineare l'importanza delle azioni che sono state intraprese da tale Comitato contro la psichiatria coatta e soprattutto sottolineare che tale Comitato è l'unica organizzazione che io conosca, quindi ivi incluse le organizzazioni dei diritti civili o organizzazioni religiose, legali o mediche che siano, che operano nel mondo appoggiando l'idea che rinchiudere degli innocenti è una cosa totalmente sbagliata.

In primo luogo vorrei spiegare che cos'è la malattia mentale prevista come un'etichetta strategica.

Come primo punto vorrei dire che la malattia mentale, come del resto è già stato citato dal prof. Beluffi [un relatore intervenuto in precedenza, N.d.R.], è stata sempre considerata e continua ad esserlo, come un'etichetta descrittiva e non come un'etichetta strategica, quindi vorrei evidenziare le differenze che esistono fra questi due diversi tipi di etichette.

Allora, parlando appunto della differenza che esiste fra queste due etichette, forse la cosa migliore è darvi un esempio. Per quanto si riferisce all'etichetta descrittiva ci si può riferire come esempio ad una porta che può essere bianca o marrone, mentre l'etichetta strategica può essere "per favore chiudete la porta o aprite la porta".

Nel primo caso dell'etichetta descrittiva, si può affermare che tale etichetta è vera o falsa, quindi la si può verificare. Nel secondo caso non è possibile questo, perché sarebbe un'assurdità dire come conseguente risposta a "prego, chiudete la porta", non è vero oppure è vero.

Vediamo il tutto dal punto di vista psichiatrico, in quanto molte volte le malattie mentali vengono definite come un qualcosa che si riferisce a una malattia molto specifica, altrimenti non sarebbero così popolari attualmente.

Ma prima di entrare nei dettagli vorrei dirvi e precisare che la malattia mentale non è affatto l'unico termine che può o ha confuso l'umanità in quanto può apparire come una descrizione, ma deve essere vista sempre come un'arma strategica e vi sono a questo proposito molti esempi storici, come, per esempio, il concetto dei demoni o il concetto delle streghe. Infatti per secoli si è avuta la cosiddetta "caccia alle streghe", quando naturalmente non si trattava di tale caccia in termini reali.

Gli psichiatri naturalmente parlano di qualcosa, ma poiché io affermo che non parlano delle malattie mentali, di che cosa in effetti essi trattano?

È quindi chiaro che essi parlano delle persone, dei loro comportamenti. E parliamo quindi di che cosa potrebbe essere definito come un comportamento descrittivo. Diciamo, per esempio, che Carlo Rossi affermi di sentire le voci di Dio.

Uno psichiatra, naturalmente, non affermerebbe la stessa cosa o perlomeno l'affermerebbe integrandola ad un'affermazione di schizofrenia. Naturalmente questa è un'etichetta strategica che porterebbe come conseguenza a richiedere per il sig. Carlo Rossi l'ospedale psichiatrico.

Si suppone che gli psichiatri, e già gli studenti di psichiatria, chiedano come prima domanda al paziente se egli ode delle voci e questo implicherebbe che il paziente è affetto da allucinazioni, ovvero ha una psicosi e, se la risposta a tale domanda dovesse essere affermativa, allora bisognerebbe chiederci che cosa significa, perché non dobbiamo dimenticarci che tale affermazione è infondo un'affermazione linguistica vaga, una metafora, un'etichetta, un qualcosa che deve essere definito.

D'ora in poi integrerò la mia relazione con una descrizione di alcuni stralci che ho preso da varie riviste e giornali, che vi illustreranno meglio gli usi strategici della malattia mentale.

Ma prima di inoltrarmi in questo campo vorrei ancora parlare, per alcuni minuti, della malattia mentale dal punto di vista teorico.

Prendiamo in considerazione le malattie mediche e come queste vengono curate e quali sono i loro strati sociali in tutto il mondo, sia in Italia, che in Russia o in America. Queste malattie mediche esistono e sono ampiamente riconosciute, ad esempio la tubercolosi, le cardiopatie, i raffreddori, il cancro del colon, queste sono malattie reali alle quali corrispondono cure più o meno efficaci.

In questo caso però, se il paziente affetto da malattie cosiddette mediche non desidera essere curato, non esiste per tale paziente la possibilità di una cura coatta o forzata.

Se si parla invece di schizofrenia, che è un qualcosa che non esiste, che nessuno può vedere, sentire, o identificare, allora esiste per questa schizofrenia, in tutti i paesi, un trattamento coatto.

Vi parlerò adesso di tre concetti strategici che vengono dati alle malattie mentali.

Il primo è quello della malattia mentale come accusa, e in questo senso vediamo che tale malattia viene usata per rendere una persona, la sua immagine, stupida, vuota; privare quindi questa persona del rispetto verso se stessa.

Adesso vi indicherò singolarmente degli stralci presi da riviste o giornali. Questo primo stralcio viene preso dal Parade Magazine che fa parte del Sunday Time che viene letto da un folto pubblico, proveniente sia dal News Week che dal Time la frase a cui faccio riferimento dice quanto segue: «Vi sono delle prove inconfutabili che Hitler fosse sifilitico, sociopatico e naturalmente un ipocondriaco.»

Anche quest'ultima citazione viene presa dalla stessa rivista Parade si riferisce al Presidente De Gaulle che era stato definito paranoico e, in questo caso, il Presidente ha poi ovviamente denunciato l'autore che ha dovuto pagare trecento dollari. La paranoia è una forma di schizofrenia. Qui si vede la differenza: se è De Gaulle ad essere definito paranoico, allora si può inoltrare la denuncia; se invece viene definita paranoica una persona comune, ciò viene considerato come una vera e propria diagnosi.

Quest'altra citazione è stata presa dal News Land Presse si tratta del Presidente Gheddafi, presidente della Libia, un riferimento che senz'altro renderebbe molto felice Begin, in cui si afferma che anche Gheddafi soffre di schizofrenia.

Questa citazione viene invece dal New York Times, ed ora è stata ufficialmente riconosciuta dalla psichiatria, ma che si riferisce all'anno 1975, in cui il New York Times informava i propri lettori che anche il fumare sigarette in eccesso era in fondo una malattia mentale. L'Associazione Psichiatrica Americana nei mesi scorsi di febbraio - marzo, ha pubblicato il "nuovo" manuale delle malattie cosiddette "mentali" (il DSM, N.d.R.), fra cui ha incluso non solo il fumo, ma anche il gioco d'azzardo e, naturalmente, questo si rifa‘ ad una politica governativa che ha legalizzato i Casino con lo scopo di ottenere sempre più fondi.

Adesso vorrei parlare di due forme di comportamento, e naturalmente se conosciamo la storia, possiamo vedere come siano vecchie quanto l'uomo.

La prima forma a cui voglio fare riferimento è quel fenomeno tragico e molto triste del marito che picchia la moglie. L'altra forma si riferisce al razzismo, ovvero alla lotta che c'è tra due razze diverse, e anche queste due forme di comportamento sono incluse nell'elenco delle malattie mentali. Questo porta ad un'altra citazione in cui si parla di abuso di droghe: bene, si arriva a parlare anche di abuso della propria consorte. In questo caso si fa riferimento ad un'affermazione dell'Associazione Psichiatrica Americana che sostiene che il razzismo è il problema numero uno nel campo della salute pubblica e che molto probabilmente il razzismo stesso è l'unica vera malattia mentale contagiosa. Se pensate che l'Impero Romano era un grande impero, forse se lo paragonate alla forza dell'impero psichiatrico del momento attuale, vedrete che è di dimensioni assai ridotte.

Quest'ultimo esempio [Szasz si riferisce ad una notizia che sta per leggere al pubblico, N.d.R.] vi fa comprendere come negli USA a volte si possa sapere che una persona è affetta da una malattia mentale anche se non si conosce la persona. È chiaro? Una persona viene quindi definita malata mentale anche se non si sa chi sia.

Questa è la quintessenza dell'uso strategico che si può fare della malattia mentale; sono certo che potrebbe succedere o è già successo in Italia.

La storia, senza entrare nei particolari, è questa: nel centro di Manhattan, a distanza di pochi giorni uno dall'altro, due persone sono rimaste uccise dalla caduta da un tetto di un mattone. È giusto supporre che questi due incidenti possano essere stati causati dall'accidentale caduta di un mattone dal tetto, però questo articolo del New York Times definisce tale avvenimento come la probabile opera di un assassino definito "roof-top" (del tetto), quindi un malato mentale.

Pur accettando l'ipotesi di una persona che ha gettato i mattoni dal tetto, perché però la si deve definire come malata mentale? È possibile che tale persona sia semplicemente una persona cattiva, che si diverte ad uccidere le persone, ma del resto ne ha uccise solo due, quando questi criminali di solito oggigiorno ne uccidono molti di più.

Questa [notizia] si riferisce alla rivista News Week, in cui si definisce pazzo il Senatore della Guinea da uno stralcio del '72. Vi è un'altra affermazione del Presidente Wilson che alcuni anni fa asseriva che Idi Amin fosse un paranoico. E come ultimo esempio cito le parole di Freud a proposito di Jung da lui definito pazzo e di Adler invece definito paranoico. E invece citando le parole di Ernest Jones vediamo che questo autore, anch'egli uno psicanalista, ha definito Hot Wrang come psicotico e invece ha definito Santoz Terence come avente delle latenti tendenze psicotiche che poi successivamente lo hanno portato alla paranoia.

Questi sono stati degli esempi di ciò che ho definito malattia mentale come accusa.

Ma questo forse potrà sorprendervi: a volte la malattia mentale può anche essere usata per fini opposti, cioè può essere usata per scusare qualcuno o esonerarlo e quindi definirlo una brava persona. [Si veda a tal proposito anche l'articolo Ego te Absolvo in nomine Pavlov et Freud et psichiatria sanctii sul sito FREE SOULS, N.d.R.]

A proposito del traffico di droga e del crimine, qui c'è un articolo che può essere molto interessante e che dice quanto segue:

«La giuria di un tribunale federale ha dichiarato innocente un veterano del Vietnam, accusato di traffico di droga, dopo che questi aveva fatto una richiesta di malattia mentale che si basasse sulla sindrome del Vietnam ed è stata la prima volta, dice il difensore dell'accusato, che tale sindrome del Vietnam, una malattia emotiva riconosciuta dall'Associazione Psichiatrica Americana e dall'Amministrazione per i Veterani di Guerra, è stata la prima volta quindi che questa sindrome del Vietnam è stata usata con successo come arma di difesa».

Quindi immagino che comprendiate che questo tipo di sindrome può essere naturalmente applicato a molte altre cose, ed è da tener presente che questo uomo aveva trafficato droga per molti anni e quindi era stato affetto per lungo tempo da questa cosiddetta malattia emotiva, e aveva fatto però molti soldi.

Questo [altra notizia mostrata e letta al pubblico, N.d.R.] è un caso purtroppo molto frequente negli USA: si tratta di una donna divorziata che ha acquistato una pistola e quando i suoi tre bambini piccoli sono tornati da scuola, li ha uccisi a sangue freddo; il risultato della Corte è stato di dichiararla non colpevole sulla base di una presunta schizofrenia.

Questo [altra notizia,N.d.R.] è un caso in cui, se vogliamo adoperare un giudizio descrittivo, sarebbe da definire di comportamento molto cattivo, comunque è un caso molto chiaro di come la malattia mentale possa venire in aiuto. Si tratta di un giovane uomo che ha ucciso dieci suoi amici. E adesso leggo:

«In una calda serata primaverile dell'anno scorso, Allan Call di 19 anni, ha ucciso dieci suoi amici che si trovavano tutti sul suo camioncino Ford quando Call, che era sotto gli effetti della marijuana e della birra, non ha fatto una curva e su una strada rurale del Maryland è andato a sbattere contro un albero. Call è stato naturalmente riconosciuto colpevole per omicidio colposo ma non è mai stato in prigione, in quanto il giudice ha deciso di inviarlo ad un programma per liberarlo dalla droga, dall'alcol e naturalmente sottoporlo ad un programma di psicoterapia, nonché a tre anni di volontariato in un'unità di emergenza ospedaliera di Baltimore.»

Quindi nessuna punizione.

Vorrei fare alcune precisazioni prima di continuare, per evitare di creare eventuali confusioni.

In primo luogo voglio sottolineare che, secondo me, è decisamente sbagliato sia dal punto di vista intellettuale che dal punto di vista morale, definire alcune persone come malati mentali, semplicemente perché non ci piace il loro comportamento e perché vogliamo diffamarli o rinchiuderli per qualche ragione.

Naturalmente questa affermazione è valida sia che si tratti di un uomo qualsiasi, che di un uomo importante, Hitler o chiunque altro ricopra una carica importante. In questo caso li si deve chiamare invece cattivi, omicidi, criminali, nazisti, ma non definirli malati mentali.

Il secondo punto è che le persone il cui comportamento è criminale, non è giusto che siano definite malate mentali, in quanto questo verrebbe a proteggerli. Quindi le due situazioni si integrano l'un l'altra.

Un altro esempio [Szasz mostra un altro articolo, N.d.R.], che è soprattutto molto interessante, qui a Roma. Immagino che conosciate già questi eventi piuttosto recenti della vita politica Americana che sono successi alcuni mesi fa, e come sapete, vari uomini politici statunitensi, deputati e senatori, sono stati accusati di avere accettato delle cosiddette bustarelle da agenti segreti che si suppone siano arabi e se ne hanno delle testimonianze fotografiche e televisive.

Ed è strano notare che tutti e quattro questi personaggi politici hanno dichiarato alla stampa e poi al tribunale, che non si consideravano responsabili per tale fatto in quanto lo avevano compiuto perché alcolizzati, e come sapete negli USA adesso l'alcol è considerato in effetti una scusa o un tentativo di mitigare le colpe.

È importante notare che nel diritto romano classico, e quindi risalente a 2000 anni fa, la punizione per i delitti commessi quando la persona era sobria erano di una certa entità, ma quando una persona commetteva lo stesso delitto però in stato di ebbrezza, la punizione era ancora più grande, in quanto i romani erano convinti che in "vino veritas", il che significa che l'atto criminale non era determinato dalla bottiglia, ma semplicemente da che tipo di persona si era.

Ho quindi adesso presentato due aspetti della malattia mentale come strategia per accusare le persone, o per difenderle o per scusarle.

Adesso abbiamo un terzo aspetto di come può essere usata la malattia mentale e vediamo che essa può essere vista come una negazione del conflitto morale, oppure come un'evasione dalle responsabilità personali.

Spero che non vi offendiate, in quanto il primo esempio di questo ulteriore aspetto della malattia mentale è riferito ad un articolo del New York Times che a sua volta si riferisce ad un articolo dell'Osservatore Romano il cui titolo è «Il femminismo patologico viene deplorato duramente dal Vaticano».

L'Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, afferma che oggi le femministe che stavano facendo una manifestazione per la libertà sessuale e per l'aborto, erano una visione molto triste e rappresentavano un fenomeno patologico di una piccola minoranza di donne.

Ciò che voglio dire a questo proposito è che non è molto dignitoso che il Vaticano definisca le donne come patologiche, né che le donne definiscano a loro volta il Vaticano, quando si tratta dei problemi sull'aborto, come patologico, cosa che purtroppo entrambi fanno.

Adesso vorrei citarvi qualcosa che potrà apparirvi strano, stravagante e che comunque è senz'altro interessante. Come tutti voi sapete, i nazisti si basavano sull'idea, affermata da Hitler, che gli Ebrei compissero dei delitti in fondo contro la Germania.

Per coloro di voi che conoscono New York o comunque ne hanno sentito parlare, è inutile dire che è molto rischioso per una donna aggirarsi per le strade di New York di sera, soprattutto andare in metropolitana con delle catene d'oro o dei preziosi in borsa, in quanto c'è una buona probabilità di essere attaccata.

Quindi è giusto e ovvio pensare che chi perpetra tale crimine è in fondo il rapinatore. Ma questo non è vero, perché i veri responsabili sono i russi e l'eroina, e sto citando un articolo del New York Post del mese di settembre, e precisamente del 26 settembre del 1980. L'articolo dice quanto segue:

«Il Governatore Carry ha affermato ieri che questa epidemia di rapine di collane d'oro, che si è manifestata nella città, è dovuta ai risultati di un disegno, di un progetto criminale russo volto a distruggere l'America, grazie all'invasione della nazione per mezzo di questa eroina mortale. Se - continua l'articolo - i russi stessero usando su di noi il gas che influisce sui nervi, certamente noi dovremmo rivolgerci all'esercito, ma quest'arma è ancora più insidiosa del gas perché uccide, ed io non sto esagerando il caso presente».

Il governatore ha rivolto queste accuse nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri ed ha anche affermato che si intende creare un Comitato il cui compito sarà quello di combattere contro la minaccia della droga.

Adesso, visto che il tempo comincia a scarseggiare, vorrei darvi un ultimo esempio che dimostra ancora una volta come si possa fare uso della malattia mentale per evitare di fronteggiare dei problemi reali, siano essi di carattere morale, politico, sociale.

Questo articolo si riferisce a degli eventi accaduti nella città di Flow Loadelday, che è una città abbastanza grande a solo una ventina di miglia da Miami, e afferma che vi è stato un comunicato da parte della polizia rivolto agli automobilisti che li metteva in guardia contro un vero e proprio squadrone di ladri che si affannavano a rincorrere ed avvicinare le macchine ferme al semaforo rosso e strappare a viva forza gioielli o altri beni dell'automobilista, e quindi li sollecitavano a tener chiusi i finestrini. Perché pensate che vi stia leggendo questi articoli? Perché oltretutto l'articolo viene impreziosito da quest'ultima gemma, che è la seguente: un'affermazione del dottor Arnold Libber, uno psichiatra di Miami, che afferma che la popolazione della contea di Daid, la contea di Miami, ha una pressione emotiva eccessiva ed è sottoposta a tale pressione. Infatti, afferma lo psichiatra «L'anno scorso la città era depressa».

Adesso vorrei fermarmi in questa carrellata di esempi e dare quindi un'ultima pennellata alla mia relazione. Come voi ben sapete Karl Marx ha detto una volta qualcosa che è rimasto famoso e che forse non era del tutto giusto ma neanche del tutto sbagliato, che "la religione è l'oppio delle genti". Mi sembra che per molti aspetti adesso la psichiatria sia l'oppio dei popoli.

Grazie!

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