Bambino ha "problemi di apprendimento"... TOLTO AI GENITORI

Pubblicato da Redazione il
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Relazione della psicologa determina la temporanea limitazione della potestà

Un famiglia gettata in un incubo. La vicenda ha inizio in una scuola pubblica della provincia di Milano nel 2002, la famiglia attraversa un periodo difficile e a farne le spese è un bambino, lo chiameremo Marco, che dalla scuola viene segnalato ai servizi sociali per "disturbi dell'apprendimento".

I genitori si accorgono troppo tardi di quanto che sta accadendo e un giorno, il loro Marco viene portato via dai servizi sociali, quasi di nascosto e rinchiuso contro la sua volontà in un centro per bambini maltrattati, senza alcuna spiegazione plausibile che potesse giustificare un simile provvedimento. A Marco diranno che i genitori lo hanno abbandonato.

Da allora sono trascorsi tre anni di domande senza risposta, procedimenti legali, carteggi e quant'altro fosse consentito dalla legge per riavere il proprio figlio, portato via di casa sulla base di una relazione della psicologa che ha dato vita ad un calvario ancora in corso. Grazie ad un'incessante caparbietà della mamma da pochi mesi Marco è tornato a casa ma ancora la famiglia non ha la potestà.

La vicenda ha suscitato la commozione del Parlamentare di Forza Italia Giulio Schmidt, e dopo minuziosa indagine scaturita in numerose pagine di testimonianze e documenti vari, le violazioni dei diritti riscontrati sono state tali da indurre l'onorevole a presentare tre esposti affinché venga fatta chiarezza e "riportare serenità e gioia in una famiglia che è stata travolta da una terribile e ingiusta sofferenza".

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, lancia un appello a tutti quei genitori che hanno vissuto situazioni simili o i cui figli sono stati sottoposti a diagnosi o test psicologici senza il loro consenso in ambito scolastico.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - Onlus