Prodi & C. vogliono imbavagliare l’informazione libera!

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L'immaginario degli "innocenti", si sa, è fatto di "Draghi" e di "Prodi", di lotte contro il male a favore dei deboli... Ecco qui un esempio eloquente di applicazione della "severità prodiana", leit motiv della sua campagna elettorale e, da quando è diventato primo ministro, princìpio cardine delle sue leggi liberticide. Più che "severità" a noi pare cattiveria bella e buona!


Prodi & C. vogliono imbavagliare l'informazione libera!

Marcello Pamio - 17 ottobre 2006 
Tratto da www.disinformazione.it

"Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità" 
Neil Armstrong - Apollo 11

Tralasciamo l'annosa e sempre aperta questione della Missione Apollo 11, e della domanda più che legittima, se l'astronauta della NASA, Neil Armstrong, mise piede effettivamente sulla Luna il 21 luglio del 1969 o se invece si trovava in uno studio di Hollywood sotto l'attenta e scrupolosa regia di Stanley Kubrick...

Veniamo invece all'annosa questione aperta dal governo Prodi - nella legge Finanziaria del 2006 - sulla libertà d'informazione. In questo caso non si tratta di finzione, ma della triste e amara realtà del nostro paese!

"Una piccola legge per il Governo, un grande passo per il Regime mediatico"

All'interno della Finanziaria 2006, (articolo 32), è passata sotto il classico e vergognoso silenzio dei media compiacenti e manipolati, una legge che imbavaglierà totalmente o quasi la maggior parte dei siti e/o blog che si occupano d'informazione!

Per coloro che ancora credono nella sinistra; per coloro che ancora credono nella politica in generale (dimenticando per comodità, ignoranza o per condizionamenti che non esiste la destra e la sinistra ma solo il potere economico, privo di colori e bandierine), questo dovrebbe essere un grande insegnamento di vita. Almeno lo spero.

Ciò che è stato iniziato dai governi precedenti, di presunta destra, liberali, conservatori, lo stanno portando avanti le presunte sinistre, i riformatori, i democratici.

Cambiano i governi, si sostituiscono i burattini, ma le strategie del Sistema vanno avanti a ritmo battente; anche perché i veri Burattinai rimangono al loro posto, nelle loro logge...

Ecco cosa dice l'articolo 32 inserito nella Finanziaria 2006:

Articolo 32. Riproduzione di articoli di riviste o giornali 
1. All'articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».

In soldoni, dal 3 ottobre 2006 (data dell'entrata in vigore della legge), per il democratico e sinarchico governo Prodi - il più vicino alle oligarchie bancarie internazionali (vedi Goldman Sachs e leggasi imperi anglo-ebraici), la «riproduzione totale o parziale di articoli», in pratica tutto, «devono corrispondere un compenso agli editori».

E se qualcuno, come per esempio noi, non ha i soldi per pagare l'editore, non pubblica nulla o rischia sanzioni economiche pesantissime!

Avete capito qual è l'obiettivo? 
Forse c'è ancora chi crede nella libertà d'informazione e d'espressione?

Eppure se non ricordo male, la Costituzione della Repubblica italiana all'articolo 21 non lascia spazio a dubbi:

Articolo 21 della Costituzione italiana 
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure

Non mi pare che con questa simile legge «tutti hanno diritto a manifestare il proprio pensiero», e soprattutto non mi sembra che la «stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».

I media classici sono tutti controllati, per cui era necessario mettere gli artigli e controllare anche quei canali che le cose le dicono e non le mandano a dire. Con questa legge bavaglio, il Regime, sotto le vesti sinistrorse del governo di turno, vuole semplicemente imbavagliare tutti i siti e blog ancora liberi.

Se una simile castroneria legislativa l'avesse fatta Berlusconi & C. (che di castronerie ne hanno fatte eccome, basta ricordare le censure e le epurazioni mediatiche), si sarebbero mobilitate milioni di persone in piazza; ma siccome la legge l'ha fatta un governo, "vicino" ai cittadini e alle classi meno abbienti - che controlla pure i sindacati - allora nessuno si muove e soprattutto nessuno ne parla!

Dove sono finiti i no-global e i fautori delle libertà? Forse si mobilitano (o vengono mobilitati) solamente quando la dittatura ha un colore politico ben preciso?

È altresì logico che nessuno ne parla: le major editoriali italiane, cioè coloro che hanno applaudito la nuova legge (Rcs, Mondatori/Fininvest, Caraccciolo/l'Espresso) hanno tutti gli interessi affinché chiudano la libera concorrenza e blocchino le libere espressioni.

Però noi cittadini italiani, forse non lo sappiamo a dovere, ma paghiamo di tasca nostra le imprese editoriali con i finanziamenti della legge sull'editoria (vedi trasmissione Report del 23 aprile 2006).

Ogni anno noi, che ci piaccia o non ci piaccia, sovvenzioniamo i giornali con la bellezza di 667 milioni di euro!

Noi, base della piramide del potere, possediamo però un'arma molto potente, un'arma molto pericolosa: la scelta di acquistare o meno un prodotto! Perché allora non proviamo ad astenerci dal comperare giornali e/o riviste di regime? Forse non cambierà nulla, ma sicuramente migliorerebbe la nostra informazione, avremo più soldi da spendere meglio, e soprattutto daremo un segnale forte al Sistema!

Un segnale che la gente, nonostante "Bulli e Pupe", "Circus", "L'isola dei famosi" e altre trasmissioni demenziali create ad arte, non è tutta priva della capacità pensante.

In data 20 ottobre 2006, nel dare notizia che è stato Cancellato il pizzo sulla circolazione delle informazioni, disinformazione.it sottolinea che: «Il governo, a prescindere se di destra o di sinistra (mere etichette inventate per noi), aveva provato alla chetichella a soffocare la libera informazione con un articolo dentro la Finanziaria, il tutto grazie al silenzio dei media compiacenti e tutti controllati. Tenterà anche in futuro il Sistema a imbavagliare la libera informazione, a prescindere dai governanti, per cui è necessario vigilare con attenzione. Rimane sempre il dubbio del decreto (articolo 32 della Finanziaria) pubblicato, e quindi reso operativo dal 3 ottobre 2006, nella Gazzetta Ufficiale».

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